Cari Angeli buona Domenica. Oggi ho il piacere di segnalarvi il terzo volume della serie "Le profezie della strega scalza" di Angela White "LA ROSA DEL DRAGO".
AUTORE: ANGELA WHITE
EDITORE: SELF-PUBLISHING
GENERE: ROMANCE/STORICO
PAGINE: 282
PREZZO E-BOOK: 0,99
PREZZO CARTACEO: 8,01
TRAMA
Nell'Inghilterra medievale una donna misteriosa legge il destino nelle fiamme. Ogni sua predizione è la promessa di un amore.
Figlia illegittima di un nobiluomo, la bellissima Shayla ha passato in convento la maggior parte della sua vita. Dopo la morte del padre, e prima che possa farsi suora, lo zio lord Seraphin manda un gruppo di mercenari a prenderla: progetta di offrirla in dono a Enrico Plantageneto, giovane re d’Inghilterra, per ingraziarselo. Al corrente delle sue cattive intenzioni, la fedele e anziana serva Fia aiuta Shayla a scappare. Ma durante la fuga il cavallo si imbizzarrisce, e Shayla sarebbe perduta se non fosse per l’intervento audace di un misterioso cavaliere. Il suo nome è Benjamin, noto in tutto il regno come il Drago di Kingsden. Un drago determinato a tenere per sé la meravigliosa fanciulla che il destino gli ha fatto incontrare.
ESTRATTINO 💛
Dove si trovava?
Dov’erano i suoi vestiti?
Chi era lui, che l’aveva salvata nel bosco, stretta a sé e poi portata in quel luogo che lei non conosceva?
— Ben svegliata, rosa preziosa.
Shayla trasalì al suono di quelle parole, mormorate dalla stessa voce che lei aveva udito sotto la pioggia.
Si voltò e deglutì. Era lui. Sedeva vicino a un tavolo dov’erano ordinatamente disposte delle vivande. La luce che filtrava dalle imposte sembrava sfiorarlo quasi con timore, sfumando di ombre gli abiti scuri che indossava. Calzava stivali di cuoio nero, ingentiliti dagli speroni dorati del cavalierato, e le sue lunghe gambe erano stese in una posa di rilassata indolenza. Il cinturone con la spada gli cingeva i fianchi e la ragazza osservò l’arma, dubitando tra sé che sarebbe mai riuscita a sollevarla. Oltre i lacci di una casacca di pelle, lasciati sciolti sull’ampio torace, si vedeva il nero della sua camicia. Un unico fregio interrompeva il notturno susseguirsi di quei colori: il rosso di un dragone ricamato sulla giubba. Shayla non conosceva abbastanza l’araldica nobiliare per intuire a quale casata appartenesse. Pensò semplicemente che quello stemma gli donava: il senso di potere che accompagnava la sua forza, adesso rilassata, le ricordava la più maestosa delle chimere. Infine fermò lo sguardo sul suo viso: ciò che aveva visto nel lampeggiare del fulmine, le si offriva adesso nella luce leggera di quel mattino nuvoloso. Gli occhi dell’uomo la guardavano imperscrutabili, mentre lei, con le labbra socchiuse, osservava il suo volto deturpato. Dallo zigomo sinistro la pelle del viso si arricciava in tante onde sottili, proseguendo lungo il collo fino a scomparire sotto il tessuto della camicia. Shayla fece un respiro profondo, chiedendosi fin dove giungeva il ricordo tremendo di quel dolore patito… Il cavaliere inclinò appena il capo e l’ombra di un sorriso gli sfiorò le labbra. — A volte la devastazione sa catturare lo sguardo come la bellezza, non è così?
Si voltò e deglutì. Era lui. Sedeva vicino a un tavolo dov’erano ordinatamente disposte delle vivande. La luce che filtrava dalle imposte sembrava sfiorarlo quasi con timore, sfumando di ombre gli abiti scuri che indossava. Calzava stivali di cuoio nero, ingentiliti dagli speroni dorati del cavalierato, e le sue lunghe gambe erano stese in una posa di rilassata indolenza. Il cinturone con la spada gli cingeva i fianchi e la ragazza osservò l’arma, dubitando tra sé che sarebbe mai riuscita a sollevarla. Oltre i lacci di una casacca di pelle, lasciati sciolti sull’ampio torace, si vedeva il nero della sua camicia. Un unico fregio interrompeva il notturno susseguirsi di quei colori: il rosso di un dragone ricamato sulla giubba. Shayla non conosceva abbastanza l’araldica nobiliare per intuire a quale casata appartenesse. Pensò semplicemente che quello stemma gli donava: il senso di potere che accompagnava la sua forza, adesso rilassata, le ricordava la più maestosa delle chimere. Infine fermò lo sguardo sul suo viso: ciò che aveva visto nel lampeggiare del fulmine, le si offriva adesso nella luce leggera di quel mattino nuvoloso. Gli occhi dell’uomo la guardavano imperscrutabili, mentre lei, con le labbra socchiuse, osservava il suo volto deturpato. Dallo zigomo sinistro la pelle del viso si arricciava in tante onde sottili, proseguendo lungo il collo fino a scomparire sotto il tessuto della camicia. Shayla fece un respiro profondo, chiedendosi fin dove giungeva il ricordo tremendo di quel dolore patito… Il cavaliere inclinò appena il capo e l’ombra di un sorriso gli sfiorò le labbra. — A volte la devastazione sa catturare lo sguardo come la bellezza, non è così?
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