AUTORE: ALDA LA BRASCA
EDITORE: SELF PUBLISHING
GENERE: ROMANCE/STORICO
PAGINE: 367
PREZZO E-BOOK: 2,99
PREZZO CARTACEO: 10,40
DATA DI USCITA: 14 OTTOBRE 2016
SERIE: OCCHI ZAFFIRO #1
TRAMA
Monsieur David Vumont ha rinunciato da anni alla felicità. Proprietario di una delle più grandi residenze nel centro di Parigi, dopo aver risollevato l’onore e i conti della sua famiglia si sente vuoto e privo di speranze nel futuro. Il passato e le sue ombre lo pungolano e nessuno sembra in grado di squarciare la cortina d’indifferenza dietro la quale si è nascosto. Nessuno, tranne un ragazzo di strada salvato all'ultimo momento da un pestaggio. Nel momento in cui David scopre in lui una ragazza dai lineamenti delicati e grandi occhi zaffiro, tutto sembra cambiare d’improvviso. Il cuore palpita, i colori tornano ad avere tonalità, l’allegria lo anima con passione rinnovata. Ma Crystal, che non sembra avere altri che se stessa nella vita, nasconde un segreto che affonda le radici in un passato lontano. Un segreto che se scoperto, potrebbe rivelarsi fin troppo pericoloso…
BOOK-TRAILER 📹
PRIMO ESTRATTINO 💓
David, facendo una delle sue solite passeggiate serali, aveva notato una presenza vicino alla fontana, ma non l'aveva riconosciuta, a causa della poca luce, fino a che non si era avvicinato a sufficienza. «Scusate se vi ho spaventata, ma non vi avevo riconosciuta» le disse e, in effetti, se l'avesse notata in tempo, si sarebbe allontanato senza neanche pensarci un secondo, pensò irritato. Aveva cercato di non incrociarla in casa perché, anche se sembrava sciocco, la sua presenza lo metteva a disagio e in quel momento si diede dello stupido per aver ceduto così alla curiosità. Quella miniatura di donna suscitava in lui sensazioni diverse e contrastanti cui, però, non voleva assegnare un nome. Nel frattempo, con eleganza innata, Crystal si alzò facendo un breve inchino. «Perdonate voi me, Monsieur. Non avrei dovuto passeggiare in giardino come se fosse casa mia.» David stava per rispondere che poteva passeggiare quanto voleva, ma si fermò in tempo e approfittò della situazione, invece, per sapere qualcosa in più su di lei. «Avete per caso un giardino simile, a casa vostra?» le domandò e notò subito l’immediato irrigidimento della ragazza, d’un tratto nervosa. «No, ma cosa andate a pensare?!» replicò quella, dissimulando il suo turbamento con un sorriso. «Se così fosse, certo non sarei qui a lavorare per voi..». David non proferì parola, limitandosi a guardarla attentamente e osservò il modo in cui
Crystal evitava il suo sguardo. Era evidente il disagio che provava nell'affrontare discorsi inerenti il suo passato. La vide avvicinarsi alle diverse piante di rose poco distanti, immergendosi nei colori del rosso, rosa e bianco, e si perse per un momento a contemplarla in quel quadro bucolico e meraviglioso. «Sono stupende» gli disse lei, voltandosi a fissarlo, cercando di cambiare argomento. David si avvicinò, fissandola per un lungo momento prima di trovare le parole adatte a esprimere quello che gli si agitava dentro. «Perché non volete dirmi niente di voi?» le chiese poi, con la voce arrochita dall'intimità di quella conversazione. «Cosa dovrei dirvi? Sono una domestica. Mi avete trovata con la mia poca roba, su una strada. Non potete certo pensare che nella mia vita ci sia stato qualcosa di cui valga la pena parlare...>> ribatté Crystal tornando a prestare attenzione ai fiori. «In voi c'è qualcos'altro. Avete un'eleganza che le altre domestiche, e molte gentildonne di mia conoscenza, non hanno. Sembrate una vera dama» le disse e le si avvicinò, coprendo con la sua una mano della ragazza che, in quel momento, sorreggeva una rosa. Chinò la testa e annusò l’aroma del fiore, quindi alzò lo sguardo e lo puntò dritto negli occhi spauriti di lei. «Una rosa, anche se cambia il nome, non cambia il suo profumo.» Con le guance in fiamme, Crystal sentì il cuore battere all'impazzata. Ispirandosi a Romeo e Giulietta, anche se tra loro non c’era il grande amore descritto nel dramma, David voleva comunicarle un messaggio che Crystal afferrò immediatamente. Doveva andare via da lì, ma i suoi occhi non volevano staccarsi dai suoi. Verdi, cosi chiari da lasciarle intravedere la forte determinazione che lo animava, ma anche la profonda sofferenza che lo turbava, erano simili ai suoi per intensità di sentimenti espressi. L’aria sembrò cambiare all'improvviso e i rumori intorno a loro cessarono. Il viso di David si avvicinò al suo, arrivando a un soffio dalle sue labbra, incantandola, ammaliandola. Non appena se ne rese conto, Crystal si risvegliò e, accorgendosi della situazione, fece uno scatto all'indietro, graffiandosi un dito con una spina della rosa, e si allontanò correndo. Forse la rosa non cambierà profumo, ma di sicuro ha le spine, pensò rifugiandosi nella sua stanza. Spine che, se non avesse fatto attenzione, avrebbero raggiunto il suo cuore.
SECONDO ESTRATTINO 💕
La fece sdraiare, continuando a baciarla e ad accarezzarla, poi la indusse a voltarsi, in modo che mettendo in esposizione la schiena e le sue cicatrici. Si sentì più vulnerabile che mai e cercò di opporsi, ma David glielo impedì bloccandole il bacino con le sue forti mani. «Sta tranquilla» mormorò. «Non devi vergognarti di qualcosa di cui non hai colpa.» Crystal a quelle parole si rilassò, ma rimase allibita nel momento in cui sentì le labbra del Conte sfiorare ognuno dei segni impressi sulla sua pelle. «Queste non sono imperfezioni» le disse. «Sono segni della tua forza e del tuo coraggio.» Le parole rimbombavano dentro di lei. Non l'aveva mai pensato in quel modo, rifletté; fino ad allora quei segni erano stati l'equivalente di abusi e perfidia, dando modo alla vergogna di sopraffarla e così renderla più vulnerabile. D’un tratto si sentì sollevata dal peso di quelle ingiustizie e a ogni suo bacio, su ogni cicatrice, avvertì il peso del peccato scemare, battezzandola e rendendola pura. Si voltò e prese il volto del Conte tra le mani, baciandolo e dandogli tutto di sé, facendo di nuovo accendere la passione.
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