sabato 3 settembre 2016

RECENSIONE: IL ROVESCIO DEL BUIO




TITOLO: IL ROVESCIO DEL BUIO

AUTORE: FRANCESCA PETRIZZO

EDITORE: FRASSINELLI

GENERE: PSICOLOGICO/ROMANTICO

PREZZO: 17,50 

PAGINE: 214

VALUTAZIONE: 







TRAMA

Marta ha diciott'anni e non è come gli altri. A renderla diversa è il dolore muto che ritrova a casa ogni giorno, quello che tutti in famiglia fingono di non provare, per recitare la commedia di un futuro possibile. Quel dolore ha un nome, Marco, suo fratello. Lui è malato e Marta non si rassegna alla crudele ingiustizia della sorte, si punisce per non essere lei la prescelta, chiudendosi in un silenzio fatto di quieta disperazione. Finché un giorno Stefano, il più bello e bravo della classe, il ragazzo su cui lei aveva fantasticato senza che lui se ne accorgesse mai, comincia a corteggiarla con delicata tenerezza, lasciandole il tempo di aprirsi, di condividere qualche ora di tregua nel tunnel buio di giornate scandite dalla pena per l'amato fratellino. Marta si aggrappa a Stefano in un groviglio di sentimenti che mescola la gioia di sentirsi viva, desiderata, a un feroce senso di colpa. E una notte - dopo aver appreso la sentenza definitiva sul destino di Marco - fa l'amore con Stefano, fuggendo poi al mattino senza una parola. Marta non sa ancora quanto può essere fragile il cuore di un uomo.


RECENSIONE

Non parliamo di una storia facile. Ho letto questo libro in tre giorni e non perchè fossero molte pagine, ma perché affronta tematiche che ci inducono a crescere, a riflettere e a maturare. Scritto da Francesca Petrizzo. Il rovescio del buio sta a significare fare i conti con la vita reale, una vita fatta di sofferenza, una vita ingiusta ma che allo stesso tempo può sorprenderti in una maniera inimmaginabile. In poche parole è un vero e proprio colpo al cuore! Storia che parla di adolescenti, amori, segreti e non solo. Protagonista è Marta Deangelis, diciotto anni, la quale ha smesso di vivere nel momento esatto in cui viene diagnosticata la malattia al fratello minore Marco. Una malattia che ricade sull'intera famiglia, ma in maniera particolare sulla nostra giovane protagonista. L'unica cosa che le rimane è far i conti con il dolore, lasciandolo entrare in ogni fibra del suo corpo. Dolore che incupisce ancor di più il suo piccolo e fragile cuore. Il senso di colpa accompagna Marta ogni singolo giorno, quella colpa che non ha, di continuare la sua vita, vedendo spegnere quella del fratello.

"Quando Marco scoprì di avere il cancro pensai fosse colpa mia. Non avevo mai pregato.[..] Senza parlare ma con quella supplica negli occhi, nelle orecchie, nella gola, che se una divinità c'era, mi stesse a sentire. Che mi rendesse la mia colpa, non per generosità, non per giustizia, ma per pietà. Che non mi condannasse a guardar morire mio fratello, che non mi lasciasse a sopravvivere da sola."

Le giornate trascorrevano in fretta tra i banchi di scuola dove si rifugia per poi ritornare alla realtà, ad una casa fredda dove l'aspettavano i piatti da lavare, una madre impassibile, che oramai l'ha del tutto dimenticata, passandola in secondo piano. La felicità non è cosa facile in una nebbia cosi fitta, ma un raggio di sole sembra farvi luce: Stefano, un ragazzo per cui un tempo aveva una cotta, il ragazzo più bello della scuola. Ed è proprio grazie a questa figura maschile che Marta riesce a godersi un po' la sua adolescenza, le piccole cose ma soprattutto l'amore, fatto di carezze e baci rubati. Purtroppo la felicità è un battito d'ali e in quanto tale non dura. La nostra protagonista dovrà fare i conti con la morte, ritrovandosi nuovamente da sola come una nave alla deriva.  Di questo romanzo potrei davvero parlarvene ore ed ore, per quello che trasmette, per quello che dice e per come lo dice. Francesca Petrizzio con il suo stile tocca fili pungenti, colpendo il lettore in da subito senza mezzi termini. UN ROMANZO IMPERDIBILE E SCONVOLGENTE CHE CI INVITA A RIFLETTE SULL'IMPORTANZA DELLA VITA!  Consiglio dettato dal mio cuore (?): LEGGETELO!!


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